lunedì, aprile 15, 2024

Sindoor Jatra e Jibro Chhedne Jatra (piercing tongue festival) in Nepal

Ogni anno a Thimi e a Bode, a circa dieci minuti di auto da Bhaktapur, subito dopo il capodanno nepalese si tengono due festival rispettivamente il Sindoor Jatra e il Jibro Chhedne Jatra, conosciuto come Tongue Piercing Festival.

 

Qui a Thimi il clou del Biska Jatra si celebra con tre eventi, la Chaneysinya Jatra, che avviene tra la mezzanotte e la mattina del primo giorno del nuovo anno Nepalese, quando per le vie del borgo l'effigie della dea Bhalkumari viene portata in processione accompagnata dai fedeli che sorreggono delle torce le cui fiamme illuminano la notte. ISindoor Jatra il giorno successivo con la Suthyasiya Jatra, processione mattutina, con l’arrivo del nuovo anno, celebra anche l’arrivo della primavera. Sindoor vuol dire polvere arancione, e per la popolazione Newa è noto come Bhuiesina Jatra. Secondo la tradizione dalla mattina presto, dai vari borghi vicino a Thimi partono 32 baldacchini adornati con ghirlande e offerte, detti Kaths, che sono portati a spalla dal popolo Newa, che ricordano molto le candelore di Sant’Agata a Catania.

Questi Khats portano le effigie di varie divinità, e il più importante è quello che traporta Ganesh che un tempo arrivavsa da Nagadish.

La processione fa tre giri del villaggio. Mentre le portantine si radunano insieme in processione verso il centro di Thimi, rincorrendo quella con Ganesh, la gente lancia polveri arancioni dette Sindoor, sulle divinità e sui fedeli in processione che suonano flauti tamburi e cimbali in allegria, fino a trovarsi tutti al tempio di Taleju o Bhalkumari per officiare Puje e fare offerte.

La comunità newa di Bode invece sin dal tempi dei Licchhavi, festeggia il Jibro Chhedne Jatra (piercing tongue festival) e crede che, se un volontario della famiglia Shrestha, si farà il piercing sulla lingua in stato di trance, durante il 6° giorno del Festival di Biska Jatra, che cade il 2° giorno del mese di Baisakh, il 2° giorno del nuovo anno secondo il calendario nepalese, questo sarà di buon auspicio alla comunità.
Jujubhai Shrestha di Bode, si è fatto il piercing sulla lingua per ben 9 anni consecutivi. Lo ha fatto per dare continuità a una tradizione che dura da secoli, e che cade ogni anno il 2° giorno del mese di Baishakh. Ora il suo successore è Sujan Baha Shrestha
L’officiante deve seguire un rito preparatorio di alcuni giorni in cui deve essere purificato (gli vengono anche rasati i capelli).
Prima del rituale del piercing, che viene fatto da un fabbro con un lungo spuntone acuminato bagnato da olio, il fabbro che lo ha forgiato fa una puja alle divinità.
"Non c’è dolore, ne paura ne nessun sanguinamento " racconta Krishna Chandra Baga, l’uomo che esegue il piercing sulla lingua di Shrestha."Questo è dovuto al potere divino di questo rituale. Altrimenti non sarebbe possibile" racconta Baga, a cui è stato fatto il piercing per 12 volte. Se la lingua dovesse sanguinare seguirebbero grandi sventure!
Durante il rito, le donne vestite in saree rosso, lanciano a Shrestha riso e fiori come offerte di buon auspicio, nelle due ore di rituale in cui l’officiante percorre le vie del borgo con il Mahadip sulle spalle, un palo di bamboo con delle torce a raggiera, che era stato posato sul tempio di Poncho Ganesh per essere benedetto. Il rituale offre una puja in tutti i templi, e Shrestha, circondato da una folla di fedeli danzanti al ritmo del suono dei cimbali e dei tamburi rituali, alla fine della festa si toglierà lo spuntone dalla bocca, davanti al Pancho Ganesh temple.
Dopo essersi tolto il piercing l’officiante metterà un po’ di terra sacra sulla sua lingua come vuole l’antico rituale, che risale all’epoca Lichhavi.
Una leggenda, che di questa mitica era, racconta che il piercing alla lingua sta a significare la sconfitta sui demoni e spiriti maligni, che avevano preso sotto scacco la comunità locale, rapendo i bambini e uccidendoli.
Dicono che 1600 anni fa un giovane studente monaco, grazie al'aiuto di Bhairab, avesse catturato uno spirito maligno attraverso dei rituali tantrici e attraverso gli insegnamenti di antichi testi Buddhisti e Induisti, tenendolo prigioniero per molti giorni. Questo spirito maligno venne liberato solo dopo che gli venne fatto il piercing sulla lingua e per punizione venne costretto a girare per la città con delle torce a raggiera fissate su un palo di bamboo e infine esiliato per sempre per proteggere la comunità dai disastri che avrebbe portato. Il festival si celebra dai tempi di Re Jagajyoti Malla

le foto del Jibro Chhedne sono di reuters

giovedì, aprile 11, 2024

Haku Patasi

L'Haku Patasi è l’Abito tradizionale Newa

La maggior parte degli abiti in Nepal sono realizzati in casa o fatti fare in sartorie artigianali. La tessitura era un'industria importante nella valle di Kathmandu. Molte persone avevano telai a mano nelle loro case e questo permane tutt’oggi. La gente tesseva tessuti per uso personale o per la vendita. La stoffa finita veniva inviata per essere tinta dai tintori che costituivano un gruppo di caste chiamate Chhipa (ora Ranjit o Ranjitkar). A Bhaktapur, città medioevale, una delle tre capitali storiche del paese, suddivisa in quartieri per arti e mestieri, c’è tutt’ora il quartiere dei tintori, dove potete ammirare i filati appena tinti, stesi al sole ad asciugare.

L’Haku Patasi. viene indossato principalmente durante i festival importanti come il nuovo anno "Nepa Sambhat" celebrato durante la Mha Puja, oppure durante il famoso Biska Jatra che si tiene in primavera.

La parola "Haku Patasi" è composta da due parole in Nepal Bhasa (in lingua Newa): "Haku" che significa "nero" e "Patasi" che significa "Saree", che è il tradizionale abito di questa area asiatica. 

È un telo rettangolare lungo alcuni metri, fatto di cotone solitamente tessuto con il telaio a mano, un cotone che è coltivato in diversi luoghi intorno alla valle di Kathmandu. 

Questo saree è indossato dalla vita ai polpacci e non copre le caviglie come generalmente fanno gli altri saree. 

Di solito l’Haku Patasi è tenuto intorno alla vita dalla “Patuka” che funge da cintura.

La Patuka, solitamente chiamata "Jani" in Nepal Bhasa, è un lungo pezzo di stoffa bianca, una stola,  che viene avvolta intorno alla vita per tenere il saree ben adeso ai fianchi, appunto come fosse una cintura. 

Sopra l’Haku Patasi viene indossata una camicetta a maniche lunghe legata ai quattro angoli del petto,  solitamente chiamata "Chaubandi Cholo o Bhoto o Misha o Putu Laun" fatta di fili intrecciati sempre al telaio a mano, e che mostra dei disegni geometrici tradizionali. 

Viene indossata inoltre la “Gaa”, che niente altro è se non la stola dell’Haku Patasi stesso, che come nei saree, viene passata diagonalmente sul petto e fatta scivolare dietro la schiena.

Questo abito ha tutta una simbologia. Il suo colore rappresenta la cultura e la storia delle tradizioni Newa. Le linee rosse inferiori del saree rappresentano le fonti del potere conferito alla potente dea Mahakali. Pertanto, l’Haku Patasi non è solo un vestito, ma simboleggia anche il potere delle donne nella società.

Alcuni dicono che questo saree è stato fatto di colore nero perché così ci sarebbe voluto molto tempo per far sì che si vedesse lo sporco e inoltre dicono che abbia la capacità di trattenere meglio il calore. C'è anche la convinzione che l’Haku Patasi abbia scopi medicali, si dice che tenga lontani i guai dopo essere stato benedetto dai "Gurjus"

Come indossare Haku Patasi? è simile a indossare gli altri saree; tranne che non ha bisogno di sottovesti.

Le ciabattine tradizionali in velluto chiamate Chakti laakhan completano il look


Ma non vi ho parlato dei gioielli usati su questo abito tradizionale

Al collo solitamente portano il Tayo un girocollo con pendente ovale a due punte che per la loro cultura è molto importante. Si dice che i pendenti appuntiti della collana simboleggino la valle di Kathmandu, mentre la parte superiore ne indichi la direzione. Allo stesso modo, le teste dei serpenti proprio sui pendenti, simboleggiano lo stupa Swayambhunath, dove la leggenda vuole sia nata la Valle stessa. Oltre a questo le donne indossano sempre una collana che si chiama Bhimpuma, fatta di coralli rossi e a volte di pietre dure.

Alle caviglie invece usano delle grosse cavigliere fatte a U chiamate Kalli. Un tipo particolare di Kalli, gli Sinhakhwa Kalli, hanno decorazioni leonine.

Gli orecchini d’argento invece sono i Makansi


E le acconciature?

Le donne Newa raccolgono i capelli in lunghe trecce e per abbellirle e renderle più lunghe, le intrecciano con i fili della Sachika, una cordicella rossa.

Sul capo portano dei gioielli dorati per abbellire le loro acconciature.

Il mio gioiello preferito è il Nyapu Shikha. Nyapu significa cinque e Shikha significa catena d'oro. Infatti si chiama così perché ha cinque file di catenelle dorate che sono interconnesse formando una sorta di rete triangolare che viene posta a lato del capo. Spesso per fissare meglio l'acconciatura usano la Jun clip, dove Jun sta per Luna ed è una clip dorata per raccogliere i capelli che ha la forma di luna a falce. 

Ci sono altri gioielli che le donne Newa usano sul capo, ad esempio nei matrimoni, tipo il Lunswan che letteralmente vuol dire "fiore dorato", ed è un ornamento che viene messo al centro della testa a mo di coroncina e che spesso raffigura uccelli o fiori o la Sheerbandi, di fatto usata come il Lunswan, ma di forma differente, è un gioiello dorato a forma rettangolare, che viene posto in mezzo alla testa. 

martedì, aprile 09, 2024

Biska Jatra Festival arriva con capodanno

Il 9 Aprile è iniziato il festival di Biska Jatra nella città di Bhaktapur 

Questo festival della cultura Newa risale al tempo dei Lichchhavi e viene celebrato soprattutto a Bhaktapur per la durata di circa 9 giorni e storicamente si svolge nello stesso periodo che segna la fine e l’inizio del nuovo anno Nepalese. Tenete conto che il capodanno della comunità Newa è in un altro periodo dell'anno, di solito durante la Maha Puja. Il Festival di Biska invece celebra anche Basanta, l'arrivo della primavera. E come tutte le feste e come tutti i luoghi in Nepal è legato alla storia e a delle leggende che stanno a simboleggiare sempre la vittoria del bene sul male e la prosperità per il luogo dove è celebrata. 

E' uno dei più grandi rituali che si tengono a Bhaktapur, e viene chiamato anche Chyacha Gunhuya Jatra, che vuol dire festa di otto notti e nove giorni.

Il primo giorno del Jatra, cioè cinque giorni prima dell'inizio del nuovo anno nepalese è chiamato Ratha Jatra.

I Rath sono per i nepalesi dei carri. E i carri  coronati dal signore Bhairab del tempio di Bhairavanath, e dalla dea Bhadra Kali, sua compagna, patrono di Bhaktapur e vengono trascinati a forza per le strade della città segnando l'inizio della festa.

L'inizio del festival è conosciuto anche con il nome di Kohanbijyayegu o Dyo Kohan Vijakegu nella lingua Newa, che significa  venire giù, questo perché si crede che le divinità scendano sulla terra lasciando i loro troni celesti. Le effigie di Bhairab e Bhadrakali vengono poste sui rispettivi carri. La festa inizia quando un uomo che impugna la spada reale, si siede sul carro di Bhairab (detto anche Bhairava). Poi il carro, con un tiro alla fune guidato dai fedeli, viene conteso in una direzione o in quella opposta dalle due fazioni della città. Il tiro alla fune determina in quale metà della città andrà per prima il carro. Si ritiene che la presenza del carro rappresenti un Darsana, una manifestazione o “mostrarsi” della divinità Bhairab a quella metà della città. Per cui gli uomini della metà inferiore della città (Kwane) e le persone della città alta (Thane) lottano per averlo nella propria metà. Questa lotta del tiro alla fune è la parte più pericolosa dell'evento.

I cittadini di Bhaktapur credono che la metà della città che si conquisterà i carri avrà prosperità e fortuna.

Il Giorni seguenti, 10 e 11 Aprile, sono detti Sunyadin e Skyakotyako, sono giorni di preghiere e sacrifici. Nel secondo giorno si fa una puja, nel terzo giorno invece c'è un sacrificio. Il giorno è detto Syakotyako, il che significa che si possono sacrificare degli animali, e dove la tradizione vorrebbe che un grosso bufalo venisse sacrificato nella casa del Dio Bhairab di Lakaulachhen tole.

La processione continua con le effigi delle divinità induiste che si crede scendano in città. 

il 4° giorno, il 12 Aprile, è dedicato alla Puja di Gokarnath Taladamfo (Pottery Square), tra l'altro questo giorno è l’ultimo giorno dell’anno Nepalese secondo il calendario Vikram Sambat. La mattina presto viene eretto un palo alto 25 metri detto lingo, il Lyo Sin Dyo, su una base di pietra a Pottery Square e la sera ne viene eretto un altro a Khalna tole conosciuta tra i locali come Yosinkhel, che ha l’effige di Indra, divinità vedica, il guerriero che ha ucciso il serpente Vrtra, il costrittore. Oggi inizia anche il Jatra per la dea Dumaju

Il 5° giorno, il 13 Aprile è il Navavarsha, e coincide con il primo giorno dell’anno nepalese. Con la cerimonia del Lingo Jatra viene tirato giù il Lyo Sin Dyo il palo di Yosinkhel, che era stato eretto il giorno precedente e che sta a simboleggiare la caduta del male di fronte al bene. 

La deposizione del palo sacro è nota anche come Satruhanta jatra, che significa la festa dell'uccisione del nemico. È opinione comune che chiunque assista alla caduta del palo assisterà anche alla "caduta" simbolica dei suoi nemici.

Dopo la caduta del Lingo si formerà una fila di devoti in attesa del loro turno per pregare a Lashin Khel, dove l'ipnotizzante musica delle comunità Newa catturerà l'energia positiva degli officianti. Lo stesso giorno vengono tirati giù anche i carri di Bhairab, Bhadra kali e Dumaju.

Questa rappresentazione ricorda una delle tante leggende di epoca Malla che narra che a quel tempo il re era costretto a trovare continuamente un nuovo marito per la figlia perché ogni volta, dopo la prima notte di nozze, al mattino lui veniva trovato morto.

Finalmente accadde che a un marito, figlio di una anziana signora, fu consigliato da una veggente di non addormentarsi durante la notte

Fu così che l’uomo nel piano della notte, vide dei fili rossi che, dopo essere usciti dalle narici della principessa, si tramutavano in serpenti. Lui quindi li uccise tagliandoli a metà, spezzando il corso degli eventi e portando gioia e prosperità in valle e nella città dando finalmente inizio a una stirpe di vincitori. 

Questo evento è simboleggiato dall’abbattimento del palo di 25 metri addobbato con dei nastri rossi che simboleggiano i serpenti. 

Si racconta che l’anziana donna consigliera, altri non fosse che Badrakhali, la consorte di Bhairab, il protettore di Bhaktapur

Immagino che ci siano molte altre leggende sul tema. In Nepal ognuno ha la sua, ed è il bello di questo paese.

Fu così che da allora si iniziò a celebrare il Biska Jatra, che prende il nome da una translitterazione di bisya jatra, dove "bi" si riferisce a un serpente gigante e "sya" significa uccidere.

in verità si dice inoltre che la celebrazione del Biska Jatra sia iniziata sotto il regno di Jagat Jyoti Malla che rimase affascinato dalla leggenda della principessa e dei serpenti 

I re Malla poi hanno accresciuto l'importanza del Biska Jatra aggiungendo ai carri in onore di Bhairab e Badra Kali altri eventi che celebrano Mahalaxmi e Mahakali nel 6° giorno del Jatra, in cui c’è poi un incontro/scontro tra i carri di Bhairab e Bhadrakali vicino a Taumadhi Tole. Questo incontro scontro sta a simboleggiare l’unione tra il maschile e il femminile che genererà fertilità per il nuovo anno.

Inoltre nel 6° giorno, il 14 aprile a Thimi, un villaggio a 10 minuti da Bhaktapur,  si celebrano altre due feste che fanno sempre parte del Bisket Jatra, il Balkumari Jatra/Sindoor Jatra e il Bode Jatra. Anch’esse due processioni. Mentre a Bhaktapur verranno portati in festa i carri di Mahalaxmi e Mahakali

Il 7° giorno del festival,  il 15 aprile,  si celebrano il Brahmayani e il Maheshwari Jatra. In questa festa, Bhaktapur adora tutte le divinità locali e ne decora i templi.

Successivamente, nell'8° giorno, Dyo Sogan Biyegu, il 16 Aprile vengono mostrati pubblicamente i dipinti e le effigi delle divinità. Anche la gente del posto le espone fuori dalle loro case.

L'ultimo giorno, il 9° è l'ultimo giorno di festa, il 17 Aprile, tutte le divinità vengono ricollocate al loro posto nei loro templi, inclusi Bhairab e Bhadrakali. Mentre il Lyo Sin Dyo eretto a pottery square viene deposto per stabilire la fine della Jatra.

All photos: AMIT MACHAMASI