martedì, febbraio 24, 2015

perché proporre l'Upper Mustang in jeep è una vergogna

Ecco che quello che non avrei mai voluto accadesse sta materializzandosi sotto il nostro naso e io mi sento totalmente impotente, non so che fare, mi vengono le lacrime agli occhi. Non pensate io sia una pazza. Sono solo mossa da profondo amore per la Terra, la mia Terra, la nostra Terra e sono per la sua conservazione e protezione ovunque.
Oggi mi è arrivata una mail da una nota agenzia di viaggi, che non cito perché non ho nessuna intenzione di pubblicizzarla, che si è sempre vantata di essere “vicina” all’Himalaya e vicina ai viaggi sostenibili. Quest’anno propone il primo viaggio in Upper Mustang in Jeep in occasione del festival di Tiji, il più importante della regione che si tiene in Maggio. Già avevo avuto modo di sapere che un altro noto tour operator proponeva questo itinerario in auto e che almeno un altro non voleva rimanere a bocca asciutta e si stava attrezzando in ogni modo per non perdersi l’occasione di farci su qualche soldo. Sono sconvolta. Non capisco come noi occidentali che ci vantiamo tanto di essere “popoli sviluppati” e “civili” possiamo proporre di irrompere in un’area protetta con frotte di jeep ricolme di turisti, in nome del Dio denaro, come possiamo essere così senza scrupoli e irresponsabili. Questo sarà l’inizio della fine.
L’Upper Mustang, incontaminata regione che giace nel transhimalaya, area protetta con un micro equilibrio delicatissimo, finirà di essere quello che è stato sempre da millenni. Culla della cultura Lopa, l’Upper Mustang è stato aperto al turismo solo nel 1992, ed ha sempre avuto accesso limitato per i visitatori che hanno raggiunto queste lande desolate e affascinanti solo a piedi o al massimo a cavallo. Fino ad ora non più di 15000 persone hanno effettuato gli 84km di trekking che da Jomsom portano alla capitale fortificata del Regno di Lo, Lo Manthang. E’ uno dei percorsi trekking più suggestivi e incontaminati del Nepal, in un angolo di mondo la cui storia si intreccia alle leggende millenarie dell’Himalaya.
Quando sono stata in Upper Mustang nel 2012, il governo Cinese con il benestare del governo Nepalese ha terminato la costruzione di una strada sterrata che collega il confine della Cina a Jomsom percorrendo tutta la valle dell’Upper Mustang.
Questa via, è stata ovviamente ben accolta dalla popolazione locale che fino ad allora si spostava per lo più a piedi o a cavallo e con difficoltà e nessuno vuole togliere loro la possibilità di stare meglio e di avere una vita meno dura. Ma l’altro lato della medaglia è che questa via non è stata fatta per aiutare la popolazione a spostarsi, ma è stata fatta per creare un collegamento e un prolungamento del braccio e del controllo cinese in una area di cultura Tibetana, che è stata rifugio dei Kampa che tanto combatterono contro l’occupazione cinese, un’area Sakyapa, cultura tanto odiata e temuta dal governo Cinese, e che quindi la Cina vuole tenere sotto controllo e soffocare liberamente. Ora possono farlo, hanno dato loro il denaro per costruire la strada e ne avranno il controllo.
Il Governo Nepalese non avrebbe mai avuto i fondi per occuparsi di questa infrastruttura, e ora non ha forza politica ne monetaria per imporsi contro il colosso asiatico cinese. La cosa è talmente pesante che alla Cina è stato dato il permesso di veto sui visti dati o meno ai restauratori internazionali che operano in Mustang per la conservazione dei Beni Culturali e il recupero degli affreschi e delle strutture Buddhiste presenti nella zona.
Nel 2013 a Kathmandu ho incontrato Luigi Fieni, disperato, in attesa da giorni e giorni di avere il visto e il permesso per continuare a restaurare i monasteri di Lo Manthang, lavoro che sta facendo da più di 15 anni con l’American HImalayan Foundation , e che il governo Cinese rischia di compromettere e di vanificare, ora che, avendo dato fondi per costruire la strada, ha un potere ancora più grande sul Governo Nepalese. La Cina evidentemente non vuole che venga protetta una cultura che dal 1959 in Tibet ha fatto di tutto per distruggere.
Stupisce come tante organizzazioni e Tour Operator che si vantano di essere vicini a un turismo sostenibile, alle tradizioni locali e alla loro conservazione, vogliano prender parte allo scempio di questa regione in nome del Dio Denaro. Non è bastato vedere cosa è accaduto al Circuito dell’Annapurna dopo la costruzione della strada che arriva fino a Manang? Ora maledetta dai più, perché ha rovinato tutta l’Area facendole perdere anche attrattiva turistica. Ambiente notevolmente modificato, stravolto, sentieri trekking praticamente distrutti e resi impraticabili dal passaggio continuo di Jeep. Il Circuito ha pian piano perso identità e attrattiva per il viaggiatore che ora gli preferisce altre aree più incontaminate e conservate come la valle di Naar Phu, o il Circuito del Manaslu. Il Mustang rischia di fare la stessa fine. Rischia di perdere la sua unicità, la sua bellezza incontaminata. La strada oramai c’è, lasciamola usare alle genti locali per aiutarsi, ma noi che siamo i famosi “popoli civilizzati” diamo loro il buon esempio e aiutiamoli a proteggere questo angolo di mondo, con le sue tradizioni, la sua cultura e il suo ambiente naturale meraviglioso, non usiamo questa strada anche noi per farci business, sfruttare, compromettere e pian piano modificare e distruggere una regione, un ambiente naturale unico al mondo che va invece preservato per il bene di tutti.
Un po' di Storia e Notizie sull'Upper Mustang
Qui trovate la storia del Regno di Lo, la Valle incantata dell'Upper Mustang, il canyon più alto e profondo al mondo che si erge dal fiume mistico della Kali Gandaki http://bit.ly/UpperMustangNepal