mercoledì, ottobre 26, 2022

I Mandala a Tihar nella cultura Newa e in quella Mithila

Nelle comunità di Newa e Mithila, anche i mandala sono una parte importante del festival di Tihar, oltre alle famose luci.

Nella maggior parte delle famiglie, i festeggiamenti iniziano al tramonto. Ma prima che le campane del culto inizino a suonare e le luci si accendano, nelle comunità Newa e Mithila, per lo più le donne si impegnano a disegnare mandala, ma seguono metodi e interpretazioni diversi.

In entrambe le comunità, i mandala sono un mezzo di espressione religiosa e culturale e sono sempre presenti in quasi ogni puja, digiuno o celebrazione

 

In ogni religione il mandala ha il suo significato. Nella filosofia buddista, rappresenta il principio e i confini della vita. Spiega come funziona l'universo.

 

Nella cultura Mithila, i mandala detti anche aripana erano originariamente disegnati durante Tihar per scopi decorativi, ma nel tempo sono diventati più religiosi e tradizionali

Vediamo come sono tradizionalmente nelle due culture

 

NEWA

Nella cultura newa durante la Maha puja, che si osserva il quarto giorno del Tihar, il mandala disegnato durante la cerimonia rappresenta il corpo umano, che è il tema principale della festa: il culto di sé, inteso come preghiera per se stessi, che è il significato proprio della Puja che si tiene in questo giorno

 

I membri della famiglia, in particolare le donne, puliscono e strofinano il pavimento poi di dispongono i posti a sedere su una stuoia per la puja in modo tale che ogni membro della famiglia abbia il suo posto e il suo mandala.

 

All'inizio si disegna la base del mandala usando la farina di riso. Mentre alcune famiglie la usano nella sua forma originale, alcune mescolano la polvere rossa o gialla alla farina. I disegni sono solitamente due triangoli sovrapposti all'interno di un cerchio. Molti tracciano anche vari disegni con modelli disponibili sul mercato, ma è importante sapere che il significato del mandala è evidenziato dai componenti all'interno del mandala stesso piuttosto che dal design

il mandala dovrebbe essere formato da tyah (riso secco), soia nera, riso non decorticato, "rato mas" (lenticchie rosse) e "ankhey" (riso non lucidato), in sequenza in cinque cerchi concentrici.

In particolare, nella cultura buddista Newar, i mandala rappresentano la relazione dei cinque sensi - vista, suono, olfatto, gusto e tatto - con la mente, e sono manifestazione dell'universo dentro di noi che funziona grazie ai cinque elementi della vita: terra, acqua, aria, spazio e fuoco.

Rappresentano anche i cinque Buddha celesti: Vairochana, Akshobhya, Ratnasambhava, Amitabha e Amoghasiddhi.

Questo è per quanto riguarda i mandala disegnati sia durante Mha puja che Bhai Tika. 

Alcune famiglie indù durante Mha Puja e Bhai Tika realizzano anche un mandala con cinque cerchi concentrici con potay (polvere di marmo), sinah (polvere rossa vermiglio), dhaan (riso non mondato), fiori e taa: (riso arrostito) adorando i chakra.

Ma per Bhai Tika, il disegnare dei mandala è anche legato al mito di che racconta di una sorella maggiore che contratta per la vita del fratello con Yama, il dio della morte. Al centro del mandala, il primo cerchio è costituito da uno stoppino imbevuto di olio. Secondo la leggenda, la sorella aveva chiesto al dio della morte di aspettare che l'olio finisse di bruciare prima di portar con se il fratello, ma lo stoppino non si spense, e Yama dovette andarsene a mani vuote.  Queste interpretazioni rendono i mandala più interessanti, anche se sono principalmente usati come un modo per comprendere la spiritualità della propria esistenza.

Al giorno d'oggi, le persone hanno iniziato a usare colori diversi per decorare i mandala, ma indipendentemente dallo sforzo e dal tempo impiegato per realizzarli, la tradizione vuole che vadano distrutti alla fine della puja, a significare l'impermanenza di tutta l'esistenza fisica.

 

MITHILA

 

Nella cultura Mithila si utilizzano “elementi umidi” a differenza dei mandala disegnati nella cultura Newar che utilizza colori secchi e vari materiali al suo interno, gli Aripana infatti sono fatti di pithaar, una sottile pasta bianca a base di riso che è stata messa a bagno durante la notte e si compongono di disegni, illustrati sul pavimento della casa, per lo più all'ingresso.

Vengono disegnati con le mani usando solo l'anulare, che è lo stesso dito usato durante le puje per dare le benedizioni

 

Ci sono alcune cose da tenere a mente durante la preparazione degli Aripanas. Tutte le raffigurazioni dovrebbero essere a doppia linea, non singole perché tutto viene meglio in coppia, piuttosto che da singolo, come nella vita

 

Gli aripanas sono disegnati principalmente col rosso, il bianco e il giallo, considerati colori puri e di buon auspicio nell'induismo. La base di tutto il colore è , come vi scrivevo prima, il pithaar, che è bianco. Per preparare il colore rosso si aggiunge al pithaar del vermiglio (sindoor) e per ottenere il colore giallo si mescola la polvere di curcuma. È considerato di cattivo auspicio fare un Aripana senza sindoor, motivo per cui spesso il sindoor viene aggiunto immediatamente al modello una volta realizzato.

In particolare durante il Tihar vengono prodotti tre tipi di Aripana: Astadal Kamal, Laxmi Charan e Chumaan Aripana. 

Astadal Kamal è un'illustrazione molto semplice di un loto a otto petali. Può essere fatto sempre e ovunque. Si crede che Vishnu sieda su un loto con otto petali. Disegnando un Astadal Kamal, lo si invita a venire casa.

 

Allo stesso modo, Laxmi Charan, che letteralmente si traduce “le orme di Laxmi”, è fatto per invitare la dea della ricchezza e della prosperità nelle dimore delle persone. 

 

Gli Aripana Chumaan sono invece fatti per le cerimonie in cui gli anziani benedicono i giovani e, a Tihar, sono fatti per Bhai Tika. Questo Aripana è costituito da un motivo rettangolare che viene utilizzato come seduta e da una foglia di betel decorata, con una corona chiamata "murhi", una coda chiamata "puchhi" e un dio al centro.

 

Le foglie di betel e il pithaar sono segni di prosperità e buon auspicio. Quindi combinarli entrambi sotto forma di Aripana è come invitare entrambe le cose a casa.

Gli Aripana sono anche un modo per mostrare rispetto per le persone e la cultura locale, e farli è un modo per onorare le tradizioni. Oltre a ciò, gli Aripanas sono anche un simbolo di amore e rispetto, ad esempio, vengono disegnati nel cortile o sulla porta di casa per accogliere gli ospiti

Sebbene ci siano differenze fondamentali in queste due culture sul metodo di disegno dei mandala e sulle loro interpretazioni, entrambe le culture prendono molto sul serio la sacralità del disegno. Si astengono dal toccare i mandala con i piedi o dallo spazzarli via con una scopa. I mandala possono essere distrutti solo con un panno pulito e acqua santa, e lo si fa almeno un giorno dopo averli disegnati.

martedì, ottobre 11, 2022

La bandiera del Nepal

Oggi vi racconto un po' della bandiera nepalese e del suo significato

ll Nepal è sempre stato un regno indipendente, uno stato sovrano e con orgoglio ha la sua bandiera tradizionale, il cui design di base risale a secoli fa quando il re Prithvi Narayan Saha unificò il paese ma la bandiera attuale è stata adottata nel 16 dicembre 1962 quando fu formato il governo costituzionale

È l’unica bandiera al mondo a non avere forma rettangolare, ma è formata dall'unione di due triangoli che un tempo erano i due vessilli delle antiche dinastie dei Rana e degli Saha e rappresentano le due principali religioni, l'induismo e il buddismo. 

Teniamo presente che la bandiera triangolare rossa è stata un simbolo indù di vittoria sin dai tempi del Ramayana e del Mahabharata.

Alcuni dicono che la particolare forma della bandiera nepalese derivi dal taglio trasversale del tetto di una pagoda o, come sostengono molti, stia invece soprattutto a simboleggiare le vette dell’Himalaya.


Il colore di sfondo è cremisi, il colore nazionale del Nepal, il colore del rododendro, fiore nazionale ed è anche il colore simbolo del coraggio del popolo nepalese e dei guerrieri Gurka, i valorosi soldati nepalesi

Il bordo un blu scuro invece è simbolo della pace, della saggezza e dell'armonia che prevale nel paese sin dall'età di Gautama Buddha, che notoriamente si dice sia nato in Nepal, a Lumbini.

Entrambi sono colori popolari nell'arte e nella decorazione nepalese da sempre.


Nel segmento superiore della bandiera c'è una luna bianca crescente che emette otto raggi, con una mezzaluna attaccata in basso, questo è il simbolo della casa reale degli Saha, discendenti dei Chandravanshi, fondatori del regno

Nel segmento inferiore compare invece un sole bianco stilizzato con 12 raggi, simbolo dela dinastia Rana, discendenti degli Suryavanshi, dinastia a cui appartennero i primi ministri fino al 1961.

La luna simboleggia anche il fatto che i nepalesi sono pacati e calmi, mentre il sole simboleggia la loro fiera determinazione. La luna simboleggia anche il clima fresco dell'Himalaya, mentre il sole simboleggia il caldo e l'alta temperatura nella parte meridionale del Nepal.


Questi due simboli esprimono anche la speranza che il paese possa avere la stessa longevità del sole e della luna o che il Nepal viva e duri per sempre come il giorno e la notte.

In origine, sul sole e sulla luna erano rappresentati i tratti del viso in rosso ma l'attuale bandiera,  istituita con la nuova costituzione del 16 dicembre 1962, ha omesso questi dettagli

mercoledì, ottobre 05, 2022

Vijaya Dashami, il decimo giorno di Dashain

Vijaya Dashami, è il decimo giorno e il giorno più importante del festival di Dashain. 

I devoti induisti ricevono la tika, una miscela di rosso vermiglio, yogurt e riso e la jamara, i semi di orzo, grano, mais e riso piantati il primo giorno del festival (Gataspathana) e germinati nei 10 giorni successivi, accompagnati dalle benedizioni degli anziani. Alcune comunità offrono e ricevono anche la tika di colore bianco. Dal Giorno di Vijaya Dashami a Kojagrat Purnima le persone possano ricevere e offrire la tika, ma il momento più propizio per riceverla di solito è oggi, a un orario specifico designato e comunicato dai Bramini ai fedeli secondo il Nepal Panchanga Nirnayak Samiti (NPNS). 

Durante il Dashain, per i primi nove giorni, la dea Durga e le sue manifestazioni vengono adorate mentre il festival viene celebrato in commemorazione della vittoria del bene sul male. La Tika e la Jamara sono considerati doni di buon auspicio della dea Nava Durga e vengono donati a partire dal decimo giorno.

 Secondo la mitologia induista, c’era un demone di nome Mahishasur che diffondeva l'orrore attaccando Trilok (i tre mondi del cielo, della terra e dell'inferno). Gli dei non furono in grado di sconfiggerlo poiché il demone aveva ricevuto un dono che gli impediva di essere ucciso da "un uomo o un animale". Solo la dea Durga riuscì a sconfiggerlo, portando il bene a vincere contro il male. Si ritiene che i primi nove giorni di Dashain rappresentino la continua lotta tra vizio e virtù. Il decimo giorno è celebrato come il giorno propizio della vittoria. Allo stesso modo, secondo un'altra credenza indista, in questo giorno, il Signore Ram di Ayodhya sconfisse Ravana che aveva rapito sua moglie Sita, riportando così equilibrio e serenità nel regno. 

Come sappiamo il Nepal è fatto da molte genti e popoli che convivono insieme e che interpretano e vivono le festività ognuno con la sua tradizione. Ad esempio i  Newar celebrano Mwohni in questo giorno. Oggi viene offerto e ricevuto un Mwohni tika noto anche Mwohni Sinha (un tika nero), accompagnato con la tika rossa insieme alla jamara e kokha (pezzi di cotone bianchi e rossi). I Newar interpretano Mwohni come il festival in cui adorano la presenza divina nella loro anima. La comunità Marwari invece esegue la Durga Puja durante il Dashain e adora Durga come la dea della Shakti o dell'energia. 

Dashain è caratterizzato da molta devozione e fervore. 

Tutti festeggiano pregando, mangiando delizie, vestendosi con abiti nuovi e culturali e rallegrandosi in compagnia di familiari e amici.

martedì, ottobre 04, 2022

Mahanavami, il Tempio e il culto di Taleju

Oggi è Mahanavami e i fedeli a Kathmandu visitano il tempio di Taleju, che è aperto una volta all’anno proprio per questa festa.

Il Tempio di Taleju Bhawani nel centro di Kathmandu spicca sempre tra i templi e i monumenti intorno a Durbar Square.  Mentre mi siedo vicino al tempio, una donna si avvicina al cancello del Taleju Bhawani e si inchina sorridente chiedendo la benedizione della dea. Le chiedo da quanto tempo viene qui , e  lei risponde che ci viene da quando era bambina. Il suo Dashain non è completo finché non viene in questo tempio. Taleju è una parte di lei e lo sarà per sempre.

Il tempio, che si ritiene sia stato commissionato dall'allora re Mahendra Malla, si trova adiacente al Museo del Palazzo di Hanuman Dhoka. 


Sono emerse molte storie sulle sue origini. 

La gente crede che il tempio sia stato costruito a forma di yantra, un diagramma mistico che si dice abbia poteri magici, proprio su suggerimento arrivato direttamente dalla dea Taleju. Secondo le leggende, la stessa Taleju Bhawani apparve alla cerimonia di iniziazione del tempio, dove arrivando sotto le vesti di un’ape. 


In origine era una divinità del sud dell'India, ma nel VIX secolo divenne la “kul deuta” (divinità della famiglia) dei re Malla. Anche quando il regno di Malla fu conquistato dagli Shah, i nuovi re adottarono Taleju come loro nuova divinità reale per dimostrare e cementare la loro legittimità al trono. Alcune persone dicono anche che a causa della presenza della dea reale, il tempio è riuscito a scampare al terremoto del 2015 solo con qualche piccolo danno.
 

Il tempio è infatti rimasto in piedi, anche se con alcune crepe. Il suo pinnacolo è crollato ma è stato restaurato e il tempio principale che si è leggermente inclinato rispetto al suo posto originale, ha però conservato la sua struttura che è stata assicurata con impalcature.

Il tempio di Taleju può essere visitato solamente dai fedeli induisti, e solo una volta all'anno, il nono giorno di Dashain, il Mahanawami. Le persone come me, possono vederlo solo dall'esterno e sbirciare i fedeli che vi entrano per la festa. All'interno, ci sono 12 copie in miniatura del tempio che circondano l'edificio principale. Ci sono altri quattro templi più in alto appena sotto il tempio principale. Le quattro porte decorative principali sono sorvegliate da leoni in pietra. All'interno del tempio principale di Taleju ci sono statue dorate che raffigurano la dea dalle dieci braccia insieme a santuari sia di Taleju Bhawani sia della Kumari, la dea vivente del Nepal.

La Kumari è considerata la manifestazione terrena della dea Taleju e ci sono diverse leggende che ci dicono il perché. Una leggenda popolare racconta di come l'ultimo re Malla Jayaprakash Malla avesse abitudine a giocare a tripasa, un gioco di dadi, con la dea. Lei gli aveva promesso di venire ogni notte a condizione che il re non lo dicesse a nessuno. Ma una notte la moglie del re vide la dea facendola arrabbiare moltissimo. Un'altra leggenda dice invece che Taleju si adirò col re perché lui ebbe pensieri impuri su di lei. Il risultato fu che Taleju prima di andarsene disse al re che se voleva vederla di nuovo e se voleva continuasse a proteggere il suo paese, avrebbe dovuto cercarla tra le bambine di casta Newar di alto rango poiché si sarebbe incarnata come una bambina tra loro.


Da allora il re Jayaprakash Malla lasciò il palazzo alla ricerca della giovane ragazza posseduta dallo spirito di Taleju, e finché non l’avesse trovata tra le piccole Newari di casta Sakya, il paese sarebbe caduto in rovina insieme a lui. L'adorazione della dea Taleju nella forma di una giovane vergine, o Kumari, è diventata una tradizione nella società Newar ed è continuata fino ad oggi. 

Come da tradizione, la dea vivente visita ogni anno il tempio nel giorno di Mahanawami durante il Dashain e ogni anno centinaia di devoti si mettono pazientemente in fila per rendere omaggio a Taleju Bhawani nel suo tempio situato a Tulasi Chowk, Hanuman Dhoka. Le file arrivano fino alla Kumari Ghar, a Basantapur, dall'ingresso principale del tempio

domenica, ottobre 02, 2022

Phulpati, vi racconto che cos'è

Il settimo giorno del festival di Dashain, una delle più importanti festività del calendario nepalese, la gente celebra Phulpati. 

Phulpati comprende due parole "phool" che significa fiore e "pati" che significa piante. 

I fedeli in questo giorno festeggiano Phulpati, portando a casa nove diversi tipi di fiori, frutta e piante per dare il benvenuto al Dashain. 

Questi nove diversi tipi di piante rappresentano tutte e nove le divinità venerate durante Navaratha (nove giorni di Dashain), che entreranno nelle case e benediranno con felicità, ricchezza e salute.

Il mix delle nove piante del Phulpati è detto Navapatrika. Navapatrika è composto da kera ko bot, darim, dhanko bala, haledo, manabriksha, kachuki, belpatra, ashok e jayanti.

Kera ko bot (stelo di banana) rappresenta la dea Brahmani (ब्राम्हणी), che dona pace alla nostra casa.

Darim (melograno) rappresenta la Dea Rakta Dantika (रक्त दंतिका ) che aiuta e benedice i fedeli in preghiera. 

Nel dhanko bala (stelo di riso) vive Lakshmi, la dea della ricchezza. 

La dea Durga abbellisce l'haledo (pianta di curcuma) e pone fine agli ostacoli. 

La dea Chamunda risiede in manabriksha (zenzero), che mette fine al male. Allo stesso modo, la pianta dello zenzero rappresenta la Dea Kalika (कालिका) che benedice l'umanità. 

In kachuki (pianta di susino) risiede la Dea del Potere. 

All'interno di Belpatra (Melo di legno) vive Lord Shiva. È il frutto preferito di Vishnu e Shiva. Nell’Ashok risiede la dea Sokarahita. 

E infine, in Jayanti vive Dio Kartikeya.


Tutte e nove le piante rappresentano dei e dee che opportunamente venerati porteranno buona salute, ricchezza e prosperità.

In questo giorno la gente porta il Phulpati nella stanza della puja (sala della preghiera). Lo stesso rituale avviene istituzionalmente anche all'interno del Dashain Ghar a Hanuman Dhoka, 

 

I bramini celebrano la festa di Phulpati trasportando il Kalash reale, la santa jamara (l'erba che viene piantata nel primo giorno del Dashain), il gambo di banana e la canna da zucchero legati con un panno rosso dalla città di Gorkha a Kathmandu.

Nella giornata si tiene anche un grande evento nel cuore della capitale, a Tundikhel. Ufficiali dell'esercito sparano con i cannoni per celebrare il settimo giorno di Dashain e l'esercito sfila in una parata per Phulpati Badhai a cui partecipano il primo ministro e i funzionari di governo del Paese.

lunedì, luglio 18, 2022

Sawane Sakranti

Sawane Sakranti è una ricorrenza speciale che segna l’inizio del mese di Sharwan in cui si prega Madre Natura per la prosperità e il Dio Shiva

Dopo il असारको १५ (Asar ko 15 - दहि चिउरा खाने दिन) il giorno in cui la gente ha seminato i semi di riso, iniziandone così la coltivazione con l'inizio del monsone, la gente ha atteso che attecchisse. Nel primo giorno del mese di Sharwan, le piantine sono ben cresciute e sono al sicuro, quindi le persone (soprattutto in collina) celebrano Madre Natura e le chiedono di donare felicità e prosperità.

La sera la gente di collina fa una processione, portando una torcia con un'erba medicinale locale per allontanare animali e parassiti, e recitando delle preghiere per far sì che le difficoltà finiscano e che la prosperità inizi.

L'aroma e il fumo degli incensi e delle erbe officinali dovrebbero uccidere i parassiti e i le preghiere cantate ad alta voce dovrebbero spaventare gli animali più grandi in modo che non vengano a distruggere i raccolti appena piantati. 

Questo giorno segna anche l’inizio del mese in cui Shiva è celebrato in modo speciale.

Il Sole oggi entra nel segno del Cancro lasciando i Gemelli. Il solstizio del Cancro è anche chiamato solstizio di Shrawan o solstizio di Saune. Il mese di Shravan è il mese più sacro per i seguaci della religione vedica Sanatana e ogni lunedì di questo mese ha un significato speciale ed esclusivo. 

L'interpretazione mitologica del mese di Shravan afferma che in questo mese è avvenuto il “rigurgito oceanico di Samundra Mantha" per cui è stato rilasciato in natura il veleno di Halahal. Si dice che Lord Shiva andò sull'Himalaya dopo aver assunto tutto questo veleno, per salvare il mondo. Andò a dormire nel Gosaikunda lake, in Nepal, per purificarsi e neutralizzare il veleno. Per questo i devoti oltre a recarsi nei templi di Shiva vicini, fanno dei pellegrinaggi ai laghi sacri alla divinità.

E' il mese in cui anche si pensa ci si possa purificare la pelle provata dal lavoro nei campi nel fango, proprio con i bagni nelle caque sacre, che dovrebbero prevenire le malattie e curare la cute.

Il mese di Shravan è anche chiamato Pavas Ritu perché piove molto. Ci sono molti festival importanti come Haritalika Teej, Rakshabandhan, Nagpanchami. 

Shrawaan, è il mese di Lord Shiva, motivo per cui ogni lunedì di questo mese, le donne Sanatana digiunano e adorano Shiva per essere buone spose. I devoti offrono patram pushpam e falam-toyam agli Shiva linga in questo mese.

Le donne indossano abiti e braccialetti verdi per dimostrare che sono vicine alla natura e che celebrano la ferilità. Il verde è il colore della prosperità. In questo mese i devoti vanno a pregare nei vari templi dedicati a Shiva e partecipano con devozione alla Aarti serale a Pashupatinath a lui dedicata.




giovedì, giugno 30, 2022

il Nyatapola

Il tempio del Nyatapola è una pagoda a cinque piani situata al centro di Taumadi Tole nell'antica città di Bhaktapur. 

Fu costruito dal Re Bhupatindra Malla in meno di cinque mesi tra il 1701 e il 1702, e secondo il calendario nepalese nel 822.

Il Nyatapola è indubbiamente uno dei templi più belli dell’antica città dei devoti, ed è il più alto del Nepal, con i suoi più di trenta metri infatti svetta sul panorama della città.

Per arrivare al primo piano si affronta una ripida e imponente scalinata. 

Ogni scalino è decorato con possenti statue di divinità protettrici e il tempio ha quattro statue di Ganesh a ogni angolo. E’ dedicato a Siddhi Laxmi, la dea della prosperità, una delle incarnazioni della terribile Durga, e la sua immagine chiusa all’interno della pagoda è visibile solo ai bramini. Viene quindi particolarmente venerato durante la Laxmi Puja che avviene nel festival di Tihar

Nyatapola in newari significa “tempio dii cinque piani”. 

Una leggenda racconta dei giorni in cui nel 1702 Bhairab aveva portato disordini e distruzione in città (il tempio a lui dedicato sta tutt’ora in Taumadi Tole). Per contrastare i suoi effetti distruttivi, il Re Bhupatendra Malla decise di far costruire un tempio più potente e più grande proprio davanti al suo e per rendere il nuovo edificio ancora più forte ordinò che delle divinità protettrici fossero poste alla base degli scalini del nuovo tempio come guardiani e guerrieri. Sul primo livello furono poste due statue copia dell’uomo più forte di Bhaktapur, Jaya Mal Pata, un famoso lottatore. Sul secondo piano furono posti due elefanti seguiti da due leoni, poi due grifoni,“Baghini” e “Singhini”, le divinità tigre e leone. Dopo che il potere di Bhairab venne sconfitto con la forza di questo tempio, la pace regnò finalmente in Valle.

Il tempio è stato costruito così bene che ha resistito al terribile terremoto del 1934 e anche a quello devastante del 2015.

In un manoscritto è riportata la crono storia della costruzione del tempio. Si narra che fu costruito in 88 giorni. Gli scavi per le fondamenta durarono appena una settimana, poi iniziò la costruzione delle sei colonne portanti che durò 31 giorni e subito dopo si iniziò a tirar su la struttura vera e propria del palazzo per cui passarono 34 giorni. A questo punto furono costruiti i tetti della pagoda. In sessanta giorni anche i cinque tetti furono completati. Poi si aspettò il giorno propizio per erigere la statua della divinità all’interno della pagoda e per porre il pinnacolo sull’ultimo tetto. Il tutto avvenne dopo 28 giorni, tempo in cui fu anche fatto il fire-sacrifice di buono auspicio (Siddhagni Kotyahuti Yajna). Il manoscritto Siddhagni Kotyahuti Devala Pratistha stilato in Newari è conservato al National Archives of Nepal ed è costituito da 264 pagine.

Curiosità

Ogni anno, nel giorno di Asar Shukla Pratipada, alla fine del nostro mese di giugno, si tiene una cerimonia in cui alcuni appartenenti alla casta Arwal di Tuchimala, salgono sul tetto del tempio per sostituire la bandiera bianca con la luna rossa con una nuova, per celebrare l'anniversario della costruzione del tempio secondo il calendario nepalese. Nel 2022 questo giorno è caduto il 30 giugno. Buon 320* compleanno, Nyatapola!

lunedì, giugno 20, 2022

Resham Firirì, la canzone più famosa del Nepal

Se siete stati in Nepal di sicuro conoscete le note e il ritornello di questa canzone

Resham Firirì

Resham Firirì, solitamente è la prima canzone che si sente quando si arriva nel paese sul tetto del mondo, e dopo qualche giorno ci si ritrova a canticchiarne il ritornello cercando di ripeterne il testo in nepalese.

Canzone che nasce in area Annapurna, nei villaggi della regione di Pokhara che a fine anni 60 inizio 70 viene riarrangiata da Buddhi Pariyar e trasmessa da Radio Nepal diventando una delle più famose trekking song del paese. Questa canzone è una istantanea sulla vita quotidiana dei popoli nepalesi che abitano le colline del pre himalaya, è un inno al loro stile di vita e ai loro valori culturali. La canzone parla anche dell'amore e lo descrive insieme all'enorme bellezza naturale dell'Himalaya. 

Qui il testo in lingua nepalese scritto con il nostro alfabeto:

Le parole di questa canzone sono state raccolte e riscritte da Buddhi Pariyar mentre stava camminando verso la casa di una amica che viveva in un luogo remoto raggiungibile solo con un tortuoso sentiero di montagna. Si dice che lui sentì il ronzio di un insetto passargli accanto, era un insetto della seta e la seta in nepalese si dice Resham. Buddhi Immaginò che se avesse potuto volare come quell’insetto, avrebbe potuto raggiungere la sua destinazione senza difficoltà e molto velocemente.

Ora proverò a tradurvi riga per riga.

Ogni riga ha un significato unico e potrebbe non integrarsi bene con il significato del verso successivo. Questo succedeva anche nelle nostre vecchie canzoni, in cui il testo andava integrato con il ritmo. Fondamentalmente Resham Firiri è una canzone d'amore. Parla di sentimenti.

Inoltre nella traduzione dal nepalese all’inglese le parole perdono il loro significato figurato e originale, ma più o meno il significato del titolo della canzone e dei primi versi potrebbe essere spiegato in questo modo.

Resham Firiri

Se appendi alla corda per stendere i panni, l’estremità di un fazzoletto mentre soffia il vento, Il flusso composto dal fazzoletto con la corrente d'aria nel linguaggio locale è chiamato Firiri, Quindi Resham Firiri è il fluttuare della seta al vento che vola via veloce come il piccolo insetto visto da Buddhi

Udera JaunKi Dhanda Ma Bhanjyang

Udera – Volando

Jau – Vai

Ki – Oppure

Dada – Collina

Ma - In

Bhanjyang - Passo di montagna, si riferisce anche a un terreno pianeggiante in cima a una collina, quindi ad un altipiano

Quindi lui deve raggiungere lei. Sono innamorati l'uno dell'altro. Non importa dove siano. Lui volerebbe da lei veloce fino in cima alla collina, come il fluttuare dei fili di seta al vento.

Come se potessero fare tutto perché tutto è possibile in amore e in guerra, no?

Kukura Lai Kuti Ma Kuti Biralo Lai Suri

Timro Hamro Maya Priti Dobato Ma Kuri

Kukur – Cane

Lai – Per

Kuti Ma Kuti – Letteralmente, quando le persone vedono un cane giocoso dicono Kuti Kuti. (Kuti non ha una traduzione è un po’ come nella filastrocca della vecchia fattoria quando si chiamano gli animali col verso che fanno)

Biralo – Cat

Suri – Simile a Kuti Ma Kuti per il cane, in Nepal dicono Suri per il gatto. Se vuoi attirare un gatto a caso in Nepal, devi dire Suri La, La.

Timro – Tuo

Hamro – Il nostro

Maya Priti – Amore

Dobato – Incrocio di due strade

Kuri – Aspetta

Queste strofe sono molto semplici da interpretare. Kukur lai kuti ma kuti, biralo lai suri. Stanno a significare il modo in cui si chiama con amore un cangnolino e un micino. Timro hamro maya priti dobato ma kuri, il nostro amore è sbocciato quando ci siamo visti per la prima volta mentre aspettavamo all’incrocio di due strade. 

Eak nale banduk dui nale banduk, mirga lai takaeko

Mirga lai maile takaeko hoina, maya lai dakaeko

Eak - Uno

Nale – Canna

Dui – Due

Banduk – Pistola

Mirga – Cervo

Takaeko – Aguzzo

Maile – Io

Hoina – No

Maya – Amore

Dakaeko – Chiama

Anche qui questa strofa non ha un senso tradotta letterlamente. E’ stata scritta per avere un ritmo perfetto. Guarda "Takaeko" e "Dakaeko", sono abbastanza simili. Nella prima strofa sta scritto che il fucile a canna singola e doppia è puntato verso il cervo. E nella seconda strofa, sembra dica che non vuole vedere un fucile puntato sul cervo ne tanto meno sul suo innamotato/a. Vuole solo sentire parlare di amore. C'è amore ovunque, in tutta la canzone.

Aakash ma jhahaj shadak ma motor nabahye gada cha

Yo man jasto tyo man bhayae tagat ghada cha

Aakash – Cielo

Jhahaj – Aereo

Shadak – Strada

Motor - Veicoli a motore

Nabhaye – Non ce l'ho

Gada – Tirando il carro

Cha – Avere

Yo – Questo

Man – Cuore

Jasto – Sii come (simile)

Tyo – Quello

Tagat – Forza

Ghada – Forte

Alcune parole come Gada e Ghada sono simili. Nella scrittura in caratteri nepalese, sono leggermente diverse. La prima strofa, recita che se non c'è un aereo in cielo e non ci sono veicoli disponibili sulla strada, allora ci sarà pure un carretto. Nella seconda strofa si dice che, se entrambi i loro cuori sono simili, la fantasia e il desiderio saranno più forti. Inoltre, la seconda strofa potrebbe essere intesa in modi differenti, tipo: “se il tuo cuore è come il mio in termini di sentimenti, allora l'amore è o sarà più profondo e dolce”.

Sano ma sano gai ko baccho, bhirai ma ram ram

Chodera jana sakina maile, baru maya sagai jau

Sano – Piccolo

Gai – Mucca

Ko- di

Baccho – Vitello

Bhirai – In pendenza

Ram ram – quando qualcuno sta per morire

Chodera – Partendo

Jana – Vai

Sakina – Non posso

Maile – Io

Barùu– Invece

Maya – Amore

Sagai – Insieme

Jau – Vado

Nella prima strofa provano pietà per un vitellino. Il vitello è su un pendio pericoloso. Ram è il nome del dio induista. È naturale che quando qualcuno è nei guai, si invochi il nome di un Dio. Come i Cristiani, dicono Oh Gesù, gli induisti diranno Ram. Gli induisti hanno centinaia di divinità, e a volte sono confusi su chi invocare. Ram è usato abbastanza frequentemente. 

Nella seconda strofa di parla di non lasciarsi l'un l'altro. “Non posso andare da solo lasciandoti, quindi andiamo insieme”. Queste due strofe possono essere anche interpretate come legate tra loro con questo significato: si parla di un vitello che sta per morire nella prima strofa. Nella seconda, si dice che uno non può lasciare l'altro, devono andare insieme, stare insieme. Quindi si amano così tanto che preferiscono morire insieme invece di lasciare l'altro da solo. Oppure può essere interpretato in modo diverso: uno promette di non lasciare l'altro qualunque sia la situazione che dovranno affrontare, l’affronteranno insieme, anche la morte.

 

Questa è decisamente una canzone d'amore. Non c’è alcun dubbio in merito. È tutta una questione di amore.

Ora se vi va potete anche impararne il testo. Così quando verrete in Nepal potrete stupire i Nepalesi e cantarla con loro. Come vi ho scritto, questa è una possibile interpretazione, diciamo quella più romantica e forse una delle più note, ma non è la traduzione esatta

spero comunque che vi abbia incuriositi

 

Un’ ultima cosa è sulla sua base musicale: è costituita da tre diversi strumenti, il Sarangi, che è il tipico violino nepalese, il Madal che è il tamburo tradizionale e il Basuri il flauto nepalese. 

Namaste

 

lunedì, maggio 23, 2022

Pashupatinath: il complesso templare e la Aarti Puja

Pashupatinath पशुपतिनाथ मन्दिर è uno dei luoghi più visitati del Nepal e si trova lungo il fiume Bagmati a est di Kathmandu, subito dopo all'aeroporto di Kathmandu. All'interno del complesso si trova l’omonimo tempio che alcuni raccontano essere il più antico tempio indù del Nepal, risalente al V secolo. Per i non induisti l’accesso all'interno del tempio principale di Pashupatinath è vietato ma è possibile visitare tutta l’area che si sviluppa attorno al tempio, che è densa di cose interessanti da vivere e vedere. 

L’area è famosa tra i viaggiatori per via del fatto che qui si tengono le cerimonie funebri secondo il rito induista, per cui è possibile vedere le cremazioni rituali ogni giorno e a ogni ora sui ghat lungo il fiume.

Mentre sul lato opposto del fiume ci sono una miriade di piccoli stupa (chaitya) e templi dove spesso si riuniscono i Sadhu, i santoni induisti.

Ogni anno tra febbraio e marzo c'è un festival che celebra il Dio Shiva noto come Shivaratri. Le date cambiano ogni anno ma è uno spettacolo unico a cui partecipare.


Leggenda sul tempio di Pashupatinath

Come tutti i luoghi in Nepal, la storia e le leggende si mescolano insieme e ognuno racconta la sua versione.

La leggenda che hanno raccontato a me narra che Pashupatinath sia nata quando Lord Shiva si fermò nella zona e e si trasformò in un cervo. Viveva così bene qui che non volle più andarsene. Shiva qui divenne poi noto come Pashupatinath, la sua personificazione come Signore di tutti gli animali. La leggenda poi si modificò ulteriormente e si iniziò a dire che chiunque fosse venuto qui per adorare il Dio non sarebbe rinato come un animale nella sua prossima vita, una cosa molto importante per i credenti della reincarnazione. Oggi all'interno della sezione "proibita" del tempio c'è un grande Shiva lingam che rappresenta il luogo "esatto" in cui Shiva viveva un tempo. Questo è anche uno dei dodici Jyotirlinga di Shiva. Il resto di questi Jyotirlinga rappresentativi del corpo di Shiva si trovano in India. I pellegrini induisti ci tengono a visitare i vari Jyotirlinga, incluso questo a Kathmandu e di solito ci vengono durante Shivaratri, la festa che si tiene per celebrare il compleanno della divinità. Questo Shiva Lingam fa anche parte dei 275 Paadal Petra Sthalams o Holy Abodes of Shiva con sede in tamil che sono sparsi in tutto il continente asiatico.


Storia del tempio di Pashupatinath

Sebbene la data esatta della costruzione del tempio principale di Pashupatinath non sia nota, gli storici affermano che fu costruito nel V secolo intorno al 400 a.C. Ma la storia è alquanto confusa. Esiste un'iscrizione di Supuspa Deva, un re Lichchhavi datata 753 d.C., che rivendica al re la costruzione del tempio originale in legno. Tuttavia una leggenda afferma che il lingam era lì prima di questo periodo e il re Supuspa Deva vi costruì quindi successivamente un tempio di cinque piani. Si dice poi che un re di nome Shivadeva nel XII secolo abbia ricostruito di nuovo il tempio in legno. Poi nel XIII secolo il re Ananta Malla costruì il tetto durante il più grande periodo artistico del Nepal. Pochi sanno che il tempio originale di Pashupatinath fu distrutto dalle termiti e quello attuale fu ricostruito su di esso nel XVII secolo.


Il complesso di Pashupatinath 

Pashupatinath è un "complesso" templare e non un singolo tempio. E’ davvero grande e questo è uno dei motivi per cui le guide turistiche spesso non riescono a farvi esplorare l'intera area. Assicuratevi di pianificare per bene la vista in anticipo in modo da non vedere solo il tempio di Pashupatinath (da fuori perché dentro non si può entrare!) con i ghat e l'area della cremazione. Il complesso di Pashupatinath è aperto a tutti coloro che hanno acquistato un biglietto d'ingresso (1000NRP)

Qui di seguito in sunto le attrazioni da visitare: 

- I Ghat di Pashupatinath per uno sguardo alle cremazioni rituali. Ogni Ghat ha un significato diverso e io non li ho ancora imparati tutti

- L'Arya Ghat che è il luogo in cui vengono cremati i membri della famiglia reale 

- Uno sguardo al tempio di Pashupatinath dall'esterno guardandolo dai santuari votivi, i Pandra Shivalaya e dal Tempio di Ram oltre il fiume lungo le terrazze 

- Il Vatasala Mandir con un santuario dedicato a Bhairab 

- Ananta Narayan, una rara statua in terracotta 

- Andare a cercare uno dei misteriosi Sadhu che spesso si radunavano qui e che ora vivono nelle grotte oltre la casa dei moribondi. Alcuni di loro sono necrofagi e pensano che cibandosi dei resti delle ossa dei defunti loro possano assorbirne le doti.

Il complesso del tempio di Gorakhnath enorme area piena di santuari

il Tempio di Ram (Ram Mandir), un grande tempio dove molti Sadhu si radunano e si ritirano all’ombra dei portici

- Porta di Sati la porta della moglie di Shiva

- Superando la scalinata oltre i Pandra Shivalaya c'è una tranquilla area boschiva in cui e bello farsi una passeggiata, facendo però attenzione alle scimmie che rubano cibo, oggetti luccicanti, tipo i vostri occhiali da sole. Da qui attraversando la foresta a piedi si arriva a un ponte tibetano, l’uscita che a piedi vi porterà fino a Bouddanath, il borgo del grande Stupa bianco e giallo Buddhista

Il tempio di Guhyeshwari, è un altro tempio off-limits per i non indù dove si trova la Yoni di Sati. 


Il tempio di Pashupatinath che non possiamo vedere 

Le persone che non sono induiste non possono entrare nel tempio di Pashupatinath. Solo gli indù sono ammessi ma non possono fare fotografie. Nel tempio vero e proprio c'è una rigorosa sicurezza con metal detector e ci sono armadietti per mettere gli oggetti personali. 

Si entra attraverso un enorme cancello ad arco dove un grande Nandi in bronzo dorato si inginocchia davanti al tempio.

Il tempio di Pashupatinath si trova nel mezzo di un cortile ed è un tipico tempio nepalese in stile a Malla, quindi quadrato a pagoda su due livelli costruito su un singolo basamento. E’ alto circa 23 metri e mezzo. Ha quattro portali e ognuno riccamente decorato in oro e argento. I montanti del tetto in legno sotto il primo livello del tetto in ottone mostrano sculture in legno dei membri della famiglia di Shiva. Questi includono Parvati, Ganesh, Kumar, Hanuman, Ram, Sita e Lakshmi. All'interno della prima porta si trova il sancta sanctorum esterno che è uno stretto corridoio attorno al sancta sanctorum interno.


Il santuario interno di Pashupatinath e Shiva Lingam 

Il santuario interno ha un grande lingam di pietra di un metro posato su una Yoni d'argento che è circondata da un Naga (serpente). Il Lingam rappresenta le quattro facce di Shiva: Sadyojata o Barun, Vamdeva o Ardha nareshwor, Tatpurusha, Aghor e Ishana. Questi rappresentano anche la terra, l'acqua, l'aria, la luce e l'etere. Ciascuno dei volti ha piccole mani che mostrano le Rudraksha (lacrime di Shivas) su un lato e un Kamandalu (vaso per l’acqua) nell'altro. Questo Shiva Lingam è rivestito con un drappo dorato. Il rituale di versare il latte sul Lingam non viene eseguito continuamente ma solo durante una puja  particolare detta Abhisheka, tenuta dai quattro devoti sacerdoti di Pashupatinath. Il lingam è visibile solo dalle 5:00 alle 12:00del mattino.


I quattro sacerdoti di Pashupatinath 

Gli unici sacerdoti autorizzati a toccare lo Shiva Lingam a Pashupatinath sono quattro sacerdoti Bhatt o Bhatta che sono stati ordinati in India. Gli altri sono sacerdoti Bhandari che sono aiutanti e custodi a cui non è permesso toccare il lingam.


La sera al Complesso di Pashupatinath: la Aarti Puja

La maggior parte delle serate che si tengono ai Ghats di Pashupatinath includono canti rituali, illuminati da torce, e cerimonie a lume di candela con i famosi rituali del Fuoco, chiamati Aarty. Questo di solito avviene verso le 18:00. La biglietteria a quest’ora non è aperta ma ci sono i guardiani. È importante notare che si tratta di cerimonie religiose, per cui ci si può andare, ma col dovuto rispetto. La stragrande maggioranza del complesso sarà buia e chiusa. Ma i Ghats sono ben illuminati dal fuoco.

Il giorno più propizio in cui andare è il lunedì, il giorno in cui tutti adorano Shiva e il giorno in cui i sacerdoti del tempio performano una speciale aarati per placare il grande distruttore.

Al tramonto sulle rive del fiume di fronte al tempio, il Bhatta (sacerdote) inizia i preparativi per l'Aarati. Dall'altra parte del fiume, un altro sacerdote sta sistemando la legna e si sta preparando per officiare il rito della cremazione. 

Tutti coloro che sono qui vogliono abbandonarsi in un viaggio spirituale. Uno che ricorderanno per gli anni a venire.

C'è una atmosfera sempre densa e unica qui a Pashupatinath. Situato sulle rive del sacro Bagmati, il tempio è uno dei santuari indù più importanti del mondo. I devoti provenienti da tutto il mondo vengono a visitare il tempio che è stato anche dichiarato Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO. I fedeli dicono che il pellegrinaggio per venire qui esista da quando qui fu scoperto uno Shiva lingam

La Aarati è un evento a cui vale la pena di partecipare. Tre sacerdoti si allineano sotto i tempietti di Shiva sulla riva del Bagmati da dove possono avere una vista diretta del tempio di Pashupatinath. 

Ma che cos’è l’Aarti? L’ Aarati è un rituale di adorazione in cui viene offerta al Dio la luce del fuoco prodotto dagli stoppini imbevuti di burro chiarificato. La puja del fuoco è tenuta da tre sacerdoti che pregano in una sorta di danza sacra utilizzando lampade a olio, lanterne e altri elementi religiosi cantando mantra sacri.

L'Aarati inizia con l'adorazione con l'incenso che viene bruciato con olio vegetale e diversi tipi di legno. Mentre ciò sta accadendo, un gruppo di devoti inizia ad accendere tre grandi lampade illuminate con cinquantaquattro diyos (piccoli lumini a olio) che vengono innalzate in cielo in onore di Shiva. I sacerdoti prima suonano le Shankara (conchiglie devozionali) poi portano le luci quattro volte verso il basso e poi sette volte in alto con movimenti perfettamente coordinati disegnando dei cerchi in cielo.

L'Aarati di Pashupatinath viene fatta in adorazione del Tempio di Pashupatinath e del fiume sacro Bagmati che ha una grande importanza nella religione indù. Si crede infatti che fare un bagno santo su questo fiume lavi via i peccati

I bhajan, i canti devozionali vengono riprodotti dagli altoparlanti. Bhajan è un termine sanscrito dalla radice bhaj (prendere parte, condividere) legato al termine bhakti (devozione), e a bhagavan (Dio) e contemporaneamente, alcuni seguaci e santi iniziano una danza chiamata Tandava. Il Tandav è una danza celeste eseguita da Lord Shiva. Quindi, i fedeli la ballano durante l'Aarati rendendo omaggio a Shiva.

Ogni movimento durante la Aarti  sewgue un preciso rituale. I movimenti in basso simboleggiano l'adorazione dei piedi del Dio e quelli in alto sono per la sua testa. Ciascuno degli oggetti di culto viene ruotato nello stesso modo. 

L'obiettivo dell’ Aarati è mostrare il rispetto e la gratitudine verso Shiva, il santo fiume Bagmati e, infine, alla Dea Parvati,

La religione indù crede nella presenza di Dio in ogni anima vivente. Dà importanza al bene per tutti piuttosto che al bene per uno solo. Questo è rappresentato durante l'Aarati in cui si cantano preghiere per il bene dell'intera umanità. La fine dell'Aarati è invoca il benessere per ogni anima vivente e ringrazia Dio per la gentilezza da lui elargita.

mercoledì, aprile 27, 2022

Festival di Rato Machhendranath

In Nepal ci sono moltissimi festival interessanti da raccontare e vivere.
Ho pensato pian piano di segnalarvi quelli che secondo me sono i più spettacolari.

A Patan a giugno si concluderà il festival di Rato Machhendranath una delle feste più importanti e lunghe che si tiene a Patan e che è iniziata in questi giorni di maggio. Rato sta per rosso e Rato Machhendranath è la divinità che ha potere sulla pioggia ed è conosciuta anche come Karunamaya, il Dio della misericordia mentre i buddhisti lo indentificano con Lokeshwar. Il festival viene celebrato con la costruzione di un carro (rath in Nepali) con un grande palo in legno che viene trasportato di villaggio in villaggio durante il mese di festeggiamenti.
Machhendranath è ritenuto il responsabile dell’arrivo delle piogge e il festival si tiene infatti prima dell’arrivo della stagione monsonica. Secondo la leggenda ci fu una grossa siccità in Valle durante il regno di Narayan Dev di Bhadgaon (oggi conosciuta come Bhaktapur) che durò per 12 lunghi anni. Fu scoperto che la causa era Gorakhnath, discepolo di Machhendranath, che aveva imprigionato i tutti i Naga (divinità serpenti) che erano responsabili di portare la pioggia nella Valle. Seduto in cima al Mrigasthali, un colle da cui poteva controllare il movimento dei Naga, aveva impedito loro ogni possibilità di portare la pioggia. Sembrava che lui fosse infelice perché la gente non si curava di lui. Per questo aveva voluto punire gli uomini e allo stesso tempo aveva sperato che il suo amato Guru sarebbe venuto a riscattare la gente e gli avrebbe concesso udienza.
Così l’unico modo che c’era per far spostare Gorakhnath dal colle e liberare i naga era portare il suo Guru sopra la Valle. Dopo una lunga discussione fu deciso che il Re e due altre alte cariche andassero in Assam a prendere Rato Machhendranath dove risiedeva.
Il piano era di servirsi di mantra tantrici per trasformare Machhendranath in un ape e portarlo in valle dentro un anfora cerimoniale. Tutto fu perfetto e Bandhudutt, attraverso rituali tantrici e mantra, catturò il Dio nel vaso.
Così accadde che quando tutti erano sulla via del ritorno e si fermarono a Patan, Gorakhnath sentì dell’arrivo del suo Guru e scese dal colle. Non appena lasciò Mrigasthali per incontrare Machhendranath, i Naga scapparono e portarono la pioggia nella Valle di Kathmandu.
Machhendranath è anche conosciuto come Bungadeo o Bunga Dyo, e vicino a Patan fu costruita una città in suo onore e fu chiamata Bungamati. Storicamente Bungamati risale al 16° secolo. Molti anni dopo l’arrivo di Machhendranath a Bungamati fu costruito un tempio (il tempio rosso) in suo onore. Bungamati ha subito dei danni durante il terremoto del 2015, ma ci auguriamo che presto torni a splendere della sua originaria bellezza.
Due settimane prima che la processione inizi, Machhendranath viene portato fuori su un baldacchino. Viene portato a Lagankhel dove una moltitudine di persone aspetta di vedere la cerimonia rituale in cui l’idolo di Rato Machhendranath viene decorato. A Patan infatti viene eletta una famiglia che ha il compito di decorare e preparare la divinità per il suo lungo viaggio sul carro durante il festival. Loro conservano e ridipingono l’idolo in segretezza e sicurezza.
Vengono costruiti due carri uno per Machhendranath e l’altro per Minnath il suo Godson. La Kumari di Patan (la dea vivente bambina) viene portata al tempio di Minnath dove è conservata la divinità. La processione dei due carri inizia il quarto giorno dalla luna piena nel mese di Baishakh tra Aprile-Maggio (un po' complicato a seconda delle fasi lunari del calendario nepali). E’ ovviamente una festa affollatissima e seguitissima, accompagnata da bande di musicisti newari che suonano strumenti musicali tradizionali. Il carro è trainato a mano con delle corde e quindi percorre poca strada ogni giorno. Il primo giorno arriva a Gabahal.
Qui la Kumari giunge seduta sul suo trono benedicendo i devoti che accorrono per vederla fino a sera. Ovunque il carro si fermi la gente arriva a portare offerte, nella maggior parte dei casi portano del riso, affinché la divinità porti tanta pioggia per il bene della sua coltivazione. Il riso infatti non viene piantato fino a che non arriva la pioggia. Il festival viene anche celebrato con sacrifici animali e grandi bevute in compagnia. Il carro si sposta così da una località all’altra dando la possibilità a tutti i devoti di rendere omaggio alla divinità senza doversi spostare troppo lontano dalle proprie case.
A Lagankhel si celebra un rito un po’ particolare: una noce di cocco viene fatta cadere dalla cima dell’asta di legno del carro e la gente di sotto si accalca per prenderla. Chi riuscirà ad afferrarla verrà benedetto con l’arrivo di un figlio.
L’ultima tappa del viaggio del carro è Jawalakhel, e qui ci arriva dopo più di un mese dall’inizio del festival, dicono “quando il sole è nell’emisfero nord”. La fine del festival arriva quando il Bhoto (una veste tempestata di gioielli) viene mostrata alla folle di devoti. Le vesti sacre venivano di solito tenute in mano dal re e dalla regina che rendevano anch’essi omaggio alla divinità di Machhendranath. Questo evento è conosciuto come "Bhoto Jatra" (jatra=festival). La Kumari fa una seconda apparizione per essere anch’essa testimone del Bhoto Jatra. Il festival si è concluso e le divinità sono state riportate nei loro luoghi di ricovero: Machhendranath a Bungamati e Minnath a Patan. I carri vengono smontati e conservati per il prossimo anno. Ogni dodici anni questa festività viene celebrata con una grande fanfara e processione partendo proprio da Bungamati.

Foto di Skanda Gautam tratte da the Himalayan Times, Foto della Kumari di Patan di Hada Khesh